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L'iniziativa di Voice of America e Citizen Global per documentare e denunciare una situazione terribile, dove la violenza sulle donne è diventata uno strumento bellico | ||
Sull'Huffington Post c'è la storia di una giovane donna che è stata violentata mentre raccoglieva legna da ardere nella foresta vicino al suo villaggio, come fanno tutti i giorni le donne della provincia meridionale del Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo. Ma, come succede a tantissime nel suo Paese, è stata accostata dai soldati ribelli e violentata. "Quando sono tornata a casa, mio marito mi ha cacciata perchè era convinto che avessi contratto l'Aids" ha raccontato in un'intervista su The Voice of America. "Ho perso mio figlio, e adesso ho dato alla luce un altro bambino nato dallo stupro". Mentre il mondo simpatizza con i libertari in Medio Oriente e la tragedia nucleare in Giappone, non si accorge di un'altra crisi che merita la nostra attenzione e condanna: l'epidemia di violenza sessuale in Congo, dove centinaia di migliaia di donne e ragazze sono state umiliate offese, intimidite, infastidite, insultate, violentate e torturate negli ultimi 15 anni. Lo stupro in Congo è una tattica di guerra. Nella lotta contro il governo congolese, i soldati ribelli del Congo orientale usano la violenza sessuale per sottomettere la popolazione locale. Gruppi umanitari che monitorano la situazione come la Human Rights Watch documentano la tragedia. I leader mondiali, tra cui il segretario di Stato Hillary Clinton, la denunciano. Personaggi di alto profilo come Eve Ensler, Ben Affleck, e John Prendergast fanno campagne di sensibilizzazione per fermarlat. Le Nazioni Unite hanno 20 mila truppe incaricate di mantenere la pace nell'area, ma sono sommerse dalla vastità del fenomeno. Per offrire aiuto e speranza alle donne del Congo c'è l'iniziativa congiunta sul Web "Congo Story: War, Women and Rape" di Voice of America e della società di social media CitizenGlobal. "Congo Story" è una nuova piattaforma online per documentare la violenza nel Congo e creare un forum di discussione per trovare soluzioni. Per millenni, le donne africane si sono scambiate informazioni per passaparola attraverso reti sociali informali. Oggi, la tecnologia accelera questo cambiamento. Nelle città del Congo, il 70% degli adulti possiede un telefono cellulare e oltre la metà li usa regolarmente per spedire messaggi e quasi il 17% utilizza Internet almeno una volta alla settimana. "Congo Story" mette insieme tradizione e tecnologia per fornire un canale pronto per i congolesi in cui possano condividere le loro storie fra di loro e con il resto del mondo. Sul portale ci saranno i reportage di Voice of America sul territorio così come testimonianze delle vittime di stupro (che vanno dai 2 anni fino agli 80), con i mariti e le famiglie, gli anziani dei villaggi, le organizzazioni non governative, le forze di pace, e persino gli stessi violentatori. Tutto questo contenuto collettivo sarà disponibile in formato video, audio, o testo: un nuovo social network che dà una mano a una causa drammatica e urgente, per svegliare le coscienze, dare consapevolezza e offrire sostegno per guarire le ferite. L'iniziativa è stata divulgata sul Web solo qualche giorno fa da Susan McCue e Dana Perino - la prima ex capo di gabinetto del leader della maggioranza al Senato Usa Harry Reid, la seconda ex portavoce del presidente George W. Bush: entrambe oggi al servizio del Broadcasting Board of Governors, l'agenzia federale indipendente che supervisiona tutte le trasmissioni dedicate alle attività sostenute all'estero dal governo Usa per aiutare i civili. |
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18/05/11
Stupro in Congo: tentativo di combatterlo attraverso i social media
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O M B E L I C O D E L M O N D O
alle
07:46
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