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09/02/10

I VIDEOGIOCHI SALVERANNO IL MONDO?

Tratto dal sito di INTERNAZIONALE a questo link


Negli ultimi anni i videogiochi sono diventati sempre più complessi. La loro funzione va molto al di là del semplice divertimento. Alimentano un business da più di 30 miliardi di dollari. Insomma sono una cosa seria. Tanto che l’Independent si chiede: possono servire per fare del mondo un posto migliore?

“Giocare a Darfur is dying non potrebbe essere più semplice: basta un computer e una connessione a internet. Una volta avviato il gioco, una finestra al centro dl monitor dice: scegli un personaggio che rappresenti il tuo campo profughi. Dopo di che viene chiesto di svolgere una serie di mansioni: trasportare l’acqua per il resto della famiglia, irrigare i campi e soprattutto cercare di sopravvivere, anche schivando gli attacchi dei miliziani”.

A un certo punto ci si rende conto che il gioco non è poi così divertente. Ma forse è proprio questo il punto: l’obiettivo principale di questo e di altri giochi del genere, forse, è quello di informare e creare consapevolezza nelle persone. Suzanne Seggerman, dell’organizzazione Games for change, non ha dubbi: la funzione di un videogioco non è far divertire ma informare, insegnare, spingere all’impegno civico e sociale.

“Ma non bisogna dimenticare l’altra faccia della medaglia”, spiega l’Independent. In primo luogo, c’è il rischio che problemi complessi come la guerra, la povertà e la politica vengano spettacolarizzati e banalizzati. Va ricordato, inoltre, che i videogiochi che hanno avuto maggior successo negli ultimi anni sono quelli in cui si sperimentano situazioni di guerra o addestramento militare. “Nel 1996, visto il grande successo del videogioco Marine doom tra i soldati, il commando dei marines ha deciso di produrre una versione del gioco modificata per l’addestramento delle reclute. L’esercito degli Stati Uniti spende circa sei miliardi di dollari all’anno per programmi di questo tipo”.

Ed è preoccupante, infine, che i migliori piloti di droni dell’esercito americano siano ragazzi che hanno abbandonato prematuramente gli studi, il cui sogno non era entrare nell’esercito ma che sono semplicemente degli appassionati di videogiochi.

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