Cari tutti amici dell'ombelico del mondo...ecco, qui di seguito, cosa ci apprestiamo a fare il prossimo 30 aprile...segnato la data? il 30 aprile ci ritroveremo presso l'oratorio di Peveragno, per... continuate a leggere! Nei prossimi giorni vi daremo informazioni più dettagliate per quanto riguarda l'orario e modalità di iscrizione, per adesso voi segnate sull'agenda che quella sera avete un impegno.
Un grazie a Katiuscia e Denis per questa lettera e per l'idea!
Amici ″Ombelichesi″,
ormai è trascorso un mese dal nostro rientro dal Senegal anche se il ricordo è ogni giorno, vivo e presente nei nostri cuori e cercheremo di farvi capire un pochino il perchè!
Da quando siamo rientrati, sempre più ci rendiamo conto che è molto difficile spiegare cosa abbiamo vissuto, cosa i nostri cuori hanno provato e cosa i nostri occhi hanno visto. Sopratutto è praticamente impossibile far capire il modo di vivere delle persone da cui siamo stati accolti e ospitati.
Viaggiare fa sempre bene perchè ti apre a nuovi mondi, nuove culture; metti alla prova te stesso e ti accresci. C'è poco da fare...ogni volta è una conquista, una rinascita, un riempimento. E' come un rigenerarsi, un ricaricarsi.
E sopratutto, quando vieni a contatto con quelli che noi chiamiamo «Paesi in Via di Sviluppo o del Terzo Mondo»....beh...ti rendi conto, IMMEDIATAMENTE, di quanto REALMENTE SIAMO FORTUNATI.
Per noi la sanità è gratuita, la scuola è gratuita; la maggior parte ha un lavoro e uno stipendio dignitoso. Eppure sovente ci lamentiamo, diciamo di non avere mai abbastanza, vorremo di più...non ci soffermiamo invece a pensare alle ricchezze che abbiamo tra le mani. Tante.
E' stato un viaggio davvero fortunato perchè fin dall'inizio abbiamo incontrato gente del posto che, con NATURALE NATURALEZZA, ci ha invitati a casa loro a mangiare e poi a dormire.
Semplicità ospitalità, umiltà, serenità, rispetto per l'uomo, per la terra e per i doni del cielo, fede, collaborazione, CONDIVISIONE: questo è il segreto della loro bellezza e ciò da cui io e Denis siamo stati travolti.
Con estrema semplicità e facilità siamo stati accolti dalle loro famiglie, in modo così splendido e spontaneo che ci siamo sentiti....proprio come a casa però.....
In una realtà molto lontana da noi....forse come quella dei nostri nonni!!??
Vivono con molto poco ma a quanto pare gli basta (non sempre purtroppo!).
Non pretendono grandi cose...grandi case, grandi macchine, grandi occhiali, grandi supermercati, grandi orologi, grandi tavole imbandite di ogni ben di Dio, grandi televisori... grande apparenza?
Condividono ogni cosa che possiedono, anche la tristezza. Perchè sostengono che la preoccupazione e la tristezza, se condivise, risultano essere solo più la metà quindi fanno meno male.
Perchè non proviamo anche noi, in qualche modo, ad iniziare a condividere quello che abbiamo, smettendo di andare, sempre più, ciascuno nella propria direzione?
Potrebbe essere un inizio di rivincita, verso l'individualismo a cui, forse, il nostro stile di vita ci sta portando.
Noi cominciamo con il parlarvi di un ragazzo che ci sta tanto a cuore.
A Palmarin, siamo stati alcuni giorni ospiti di una famiglia: Curà, Marcel e i loro 4 bimbi.
Una sera Curà mi ha chiesto se potevo andare a vedere un loro vicino di casa che si era ferito.
La situazione si è presentata più grave di quanto pensassi.
Ho conosciuto Maxime, un ragazzo di 14 anni, orfano di padre; vive a Palmarin con il fratello e la nonna perchè la mamma non trovando lavoro nella zona si è trasferita a Dakar dove lavora in un ristorante.
Maxime è diabetico da quando ha sette anni. Appena l'ho visto mi sono resa conto che non stava affatto bene: scottava (credo avesse 40-41° di febbre), occhi sofferenti, 12 giorni di insonnia, emaciato.
Ho guardato la ferita, che la nonna gli aveva coperto con una ''foglia medicamentosa''.
Il dito medio della mano sinistra era enorme, caldo e pieno di pus; gli faceva molto male. Sicuramente aveva già un'infezione in corso.
L'ho medicato con quanto avevo e poi, dopo un consulto telefonico con la mia dottoressa di fiducia, gli ho dato l'antibiotico.
Il giorno dopo sembrava stesse un pochino meglio ma era un falso allarme.
La febbre, in poco tempo gli è di nuovo salita e il gonfiore si è esteso fino al gomito.
Aveva bisogno di andare immediatamente all'ospedale.
Apriamo una breve parentesi: in Senegal (e in quasi tutta la totalità dell'Africa) le cure sanitarie sono a pagamento, cosi come le medicine.
In media un senegalese guadagna 200€ al mese.
Una consulenza infermieristica costa circa 4€.
Una medicina costa circa 10€.
Un viaggio in pullman da Palmarin a Dakar circa 5€ (durata del viaggio 8-10 ore).
Un kg di zucchero costa 1,10€
Un Kg di cipolle 0,80€
2 mesi di luce (senza frigo, Pc, forno ecc...) 40€.
Abbiamo quindi deciso di pagare il biglietto del pullman fino a Dakar a lui e la nonna.
Maxime è poi stato ricoverato in ospedale per circa 15 giorni e la sua infezione si è risolta (il medico ha detto che mancava poco avesse una setticemia).
Oggi, 2 aprile 2011 abbiamo telefonato a Curà e Marcel.
La mano di Maxime è guarita ma il suo diabete non va affatto bene.
Io e Denis abbiamo pensato di spedirgli dei soldi visto che ci siamo resi conto di quanto costa un ricovero in ospedale o una semplice visita infermieristica, sopratutto rapportandoli al loro guadagno.
E poi abbiamo pensato agli Ombelichesi e ci siamo detti....perchè non organizzare una ''costinata per Maxime''???!!
Noi l'esperto costinaro l'abbiamo già trovato.....siamo però alla ricerca di pance vuote da riempire!!!!!
Che ne dite???